Il terrorismo sulle pensioni INPS
02 Mag 2016
Pubblichiamo il sottostante articolo ripreso dal sito di Tiscali che riteniamo interessante per i nostri Soci.
Il terrorismo sulle pensioni e i bilanci dell'Inps depredati.
Altro che buste arancioni
A pesare non solo le pensioni ma anche l'assistenza sociale che dovrebbe essere a carico dello Stato
di Primo Di Nicola
La storia va ormai avanti da decenni. E non passa mese senza che l'allarme venga rilanciato. I conti dell'Inps starebbero per esplodere, bisogna perciò riformare, tagliare le pensioni. Così, senza andarci troppo per il sottile, senza pensarci più di tanto, senza fare troppo caso alle paure e alle angosce che si trasmettono a milioni di persone, generalmente le più esposte socialmente e indifese, cioè gli anziani.
Anche Boeri nutre dubbi sulla tenuta finanziaria dell'Inps
E' una abitudine, quasi una moda, ormai, una volta riservata ai politici di turno, ma che da qualche tempo sembra avere contagiato anche l'attuale presidente dell'Inps, Tito Boeri. Il quale sulla tenuta finanziaria dell'ente che guida sembra nutrire più di qualche dubbio. Che, naturalmente, non si fa scrupolo di esternare alimentando ulteriori paure e inquietudini. Tanto da alimentare e in maniera robusta quella che sembra ormai diventata una sorta di campagna terroristica verso milioni di persone già alle prese con i drammatici problemi posti dalla decennale crisi economica. L'ultima occasione è legata alla famosa busta arancione che l'Inps sta inviando a centinaia di migliaia di cittadini per informarli sulla loro posizione contributiva e sulle pensioni che potrebbero riscuotere il giorno in cui andranno al lavoro (se ce l'hanno).
Busta arancione conterrà brutte sorprese
Ottima idea, solo che la campagna informativa che la sostiene su giornali e tv sembra riservare solo altre cattive notizie per i poveri destinatari. Per via del sistema di calcolo contributivo, ovviamente. Che proietta cifre molto al di sotto delle paghe cha attualmente riscuotono. Ma soprattutto per le incertezze legate all'andamento futuro del prodotto interno lordo e, soprattutto, alla possibilità di mantenere per sempre un posto di lavoro stabile. Due condizioni importanti per assicurarsi un assegno pensionistico decoroso. Il messaggio implicito è duro e allarmante: il sistema non ce la può fare, perciò arrangiatevi, magari alimentando i fondi privati che un giorno, chissà, potrebbero integrare i vostri miseri assegni. Perché, sia chiaro, i conti Inps non sono in grado di fare fronte ai loro compiti, le entrate sono basse, mentre le prestazioni sono sempre più costose e difficili da finanziare.
Riforme del sistema con ulteriori tagli e sacrifici per i pensionati
Da qui il terrore sociale che avanza senza freni. Annunciando anche ulteriori riforme del sistema che non si capisce bene in quale direzione possano andare se non in quella di ulteriori tagli e sacrifici per i poveri pensionati. I quali, andrebbe ricordato, negli ultimi decenni hanno già subito almeno tre riforme dei loro trattamenti (Amato-Dini-Fornero), in barba alla regola aurea del settore che arrivava a prevederne al massimo una per ciascuna generazione. In maniera che gli interessati possano organizzarsi e pianificare in tranquillità e sicurezza il futuro della loro età più difficile. Ma Boeri e governo in carica non sembrano porsi di questi problemi. E continuano ad agitare ipotesi minacciose. Dimenticando di fare per una volta una operazione-verità sui conti dell'Inps. I cui sforamenti, sia detto con chiarezza, non sono certo provocati dalle erogazioni delle pensioni che l'stituto deve come mission pagare. Una operazione-verità che potrebbe non solo rimettere in carreggiata i bilanci dell'ente previdenziale, ma soprattutto ridare sicurezza e tranquillità ai milioni di pensionati in corso e agli altri che, si spera, potranno un giorno riscuotere l'assegno.
A pesare non solo le pensioni ma anche l'assistenza sociale
Il problema dei problemi, al solito, sono le prestazioni improprie che l'Inps ogni anno è chiamata ad erogare. E che vedono, accanto ai costi della previdenza, continuare a pesare sulle casse sociali anche quelli per l'assistenza sociale. E già, perché se si vanno ad esaminare i bilanci, si scopre che dell'autentico istituto previdenziale l'Inps è ormai solo un lontano parente. Visto che è stato progressivamente trasformato dalla politica in un mastodonte che utilizza le proprie risorse anche per compiti che non gli spetterebbero. Come quelli puramente assistenziali che dovrebbero rientrare nell'ambito delle politiche sociali governative da finanziare attraverso la fiscalità generale e non con i contributi Inps dei lavoratori.
Casse svuotate con cassa integrativa che imprenditori non pagano
Mi riferisco per esempio alla cassa integrazione, da decenni erogata dall'istituto ai lavoratori rimasti senza lavoro a causa spesso di ristrutturazioni aziendali che gli imprenditori dovrebbero invece finanziarsi con le proprie tasche. Una voce di spesa che niente ha a che fare con la previdenza, come pure le altre legate alla maternità, alla malattia e alle invalidità. Non hanno niente a che fare con i compiti del sistema pensionistico pagato con i contributi degli stessi lavoratori queste voci, eppure pesano per miliardi sul bilancio dell'Inps. E non sono cifre da poco. Prendiamo i dati di un paio delle ultime annate dell'istituto di previdenza. Per esempio, quelli del 2012 e del 2013. Secondo uno studio Cnel, i bilanci hanno oscillato tra i 382-397 miliardi di euro. Con disavanzi rispettivamente pari a 9,8 miliardi per il 2012 e 8,7 miliardi per il 2013.
Se lo Stato si facesse carico dell’assistenza sociale casse Inps in salute
Conti in rosso, dunque, ma attenzione. Se si vanno ad analizzare alcune voci di spesa si scopre che se l'Inps non assolvesse a quei compiti impropri dell'assistenza spettante invece allo Stato, avrebbe certamente bilanci in attivo e tali da assicurare un futuro senza rischi ai pensionati. In una sola di quelle annualità, infatti, tra le prestazioni non coperte da contributi specifici ce ne sono per decine di miliardi. Le pensioni per gli invalidi civili valgono per esempio circa 15 miliardi; quelle di guerra quasi un altro miliardo; senza contare altri assegni e sussidi e i trattamenti di quiescenza integrativi e sostitutivi (almeno altri 3 miliardi).
L'inps deve tornare a fare il suo solo mestiere, erogare pensioni
Ecco perchè è inaccettabile il terrorismo sociale che si sta facendo intorno alla tenuta del sistema-pensioni e dell'Inps. Se l'istituto tornasse a fare il suo solo mestiere, cioè quello di erogare soltanto pensioni finanziate effettivamente dai contributi dei lavoratori; con lo Stato ovviamente a pagare il resto delle prestazioni assistenziali attraverso le entrate fiscali degli italiani, così come si fa per le altre misure connesse alle politiche sociali governative; ebbene, se tanto si tornasse correttamente a fare, non ci sarebbe più bisogno di ritocchi del sistema pensionistico. Così come cadrebbero tutte le cattive ragioni con le quali esponenti di governo e presidente Inps continuano a lanciare allarmanti avvisi e messaggi. Alimentando appunto quella sorta di terrorismo delle cifre di cui i cittadini non hanno francamente bisogno.
26 aprile 2016